Secondo Il Dubbio, il governo Meloni non volendo “irritare” l’Anm, potrebbe mollare sull’idea della separazione delle carriere.
Questo articolo di Enrico Novi sostiene che ” sarebbe Giorgia Meloni a non tollerare, a considerare del tutto inopportuno, uno scontro all’ultimo sangue fra toghe e governo sulla riforma costituzionale della giustizia”.
Il governo che non si è sentito di mettersi contro tassisti e gestori dei lidi balneari può mai sfidare il conservatorismo della potentissima italica magistratura? Sembra difficile, almeno a Novi, e non solo a lui.
Si lege tra l’alro nell’articolo:
Politica e giustizia, dunque, non devono entrare in collisione. Ma così, evidentemente, Nordio rischia di dover rinunciare al suo progetto più ambizioso. E poi, è assai probabile che un certo stridore fra governo e magistratura si registrerà anche su altre proposte di riforma.
Un indizio per capire che aria tira? Lo sottolinea lo stesso articolo nella sua prima parte. E lo approfondisce Gian Domenico Caiazza su Il Riformista. E cioè che sarebbe in arrivo un emendamento per aumentare ulteriormente il numero die magistrati fuori ruolo, quelli che vengono chiamati nei palazzi della politica, e in gran numero al ministero della Giustizia.