A Taormina i giornalisti siciliani hanno parlato dello stato dell’arte della professione.
Tra i tanti temi interessanti, quello delle querele temerarie. Sacrosanto il diritto di chiunque di agire per tutelare la propria onorabilità e di richiedere un’informazione corretta e veritiera, ma dello strumento querela ormai abbondantemente si abusa e un numero cospicuo di azioni di questo tipo hanno più che altro un sapore intimidatorio, volto a ostacolare l’attività professionale del giornalista. Il che, forse sfugge ai più, equivale a una minaccia per la vita democratica. Opportuno sarebbe intervenire drasticamente in materia.
Ho sempre pensato che sarebbe interessante capire quante querele e richieste di risarcimento verso giornali e giornalisti si eviterebbero se chi avanza la richiesta fosse tenuto, se perde, a versare almeno la metà della somma richiesta…
C’è un precedente di giurisprudenza interessante. A Spoleto i giudici hanno condannato per calunnia, agendo d’ufficio, una persona che aveva querelato un giornalista in modo ritenuto del tutto infondato. L’articolo è qui. E c’è anche una presa di posizione della commissione europea (qua).