Diego Cammarata, ex sindaco di Palermo, venne mediaticamente massacrato per la vicenda dello skipper dipendente di una società comunale. Fu condannato a due anni, pena sospesa. La sua carriera politica si esaurì. E lui sparì, o quasi, dalla scena pubblica. In base a nuove prove che lo scagionavano ha chiesto la revisione del processo, un istituto a cui di rado si ricorre, e ieri è stato assolto dalle accuse per cui era stato condannato.
La vicenda ci ricorda che il fatto stesso che il legislatore abbia previsto un istituto processuale come la revisione è perché contempla la possibilità non remota che una sentenza di condanna definitiva possa essere sbagliata e punire un innocente.
In Italia gli errori giudiziari acclarati per cui lo Stato paga risarcimenti non sono un numero altissimo (ben più consistente il numero dei casi di ingiusta detenzione, le persone arrestate che non andavano private della libertà). Quanti? Qui ci sono i numeri sul sito che ogni garantista dovrebbe conoscere. In realtà, ovviamente, questi sono i numeri dei casi acclarati. Ci sono quelli che non vengono acclarati, perché magari la famosa prova nuova non emerge o non viene ammessa.
Eppure, a volte sembra che si dimentichi tutti di questo elemento di realtà contemplato dal legislatore stesso, ossia che una persona può essere condannata da innocente. O può essere condannata per un reato più grave di quello che ha commesso. Che i giudici, esseri umani, sbaglino, insomma. Quanto manca un Leonardo Sciascia a questo Paese…