Se per caso vi fosse sfuggito, in questi giorni rischia di celebrarsi il de profundis dell’Ue. E ancora una volta è l’Olanda la grande cerimoniera, accanto, manco a dirlo, alla Germania. I Paesi nordici (non tutti, Olanda, Finlandia e Austria, con la implacabile Germania) stanno insistendo su una linea “frugale” di fronte alle richieste di Italia e Spagna (con loro un bel numero di altri Paesi). Per capire cosa sta succedendo potete leggere qui ad esempio e qui.
Che possiamo fare noi? Intanto, stare a vedere. E sperare che la Germania scenda a più miti consigli, e che non sprechi l’occasione di schierarsi per la prima volta dalla parte giusta in una guerra mondiale. Quanto all’Olanda, alla Finlandia e all’Austria, che seguano il loro destino.
Che altro? Forse qualcos’altro c’è. Siamo elettori, ma questa lingua pare che le cancellerie nordeuropee la comprendano poco. Con la lingua del portafogli e degli interessi economici hanno più familiarità.
Ma noi siamo anche consumatori. E scegliamo cosa acquistare e cosa non acquistare.
A questo proposito mi permetto di linkare qui una pagina istruttiva di wikipedia.
Ah, e poi ci sono le aziende italiane che sono andate a mettere la loro sede legale in Olanda.
Io un pensierino ce lo farei, sul da farsi.
E fra 15 giorni, se non si trova un accordo, passiamo alle aziende tedesche.