L’associazione Antigone riferisce oggi gli esiti della visita al carcere di Avellino, “dove sono 600 i detenuti per 501 posti – si legge in un tweet di Antigone -. La struttura ha pochi spazi esterni e bracci disorientanti all’interno. Dato allarmante è l’aumento delle patologie psichiatriche. Quasi la totalità dei detenuti assume psicofarmaci”.
Due giorni fa un articolo di Giacomo Galeazzi su Interris riportava che “abusa di psicofarmaci un detenuto su due”.
Si legge tra l’altro che “la dipendenza dagli psicofarmaci riguarda soprattutto i detenuti comuni. Quelli legati alla criminalità organizzata hanno loro condotte e stili di vita differenti”.
E’ una vecchia storia di annullamento dell’essere umano già raccontata qualche anno fa dall’Espresso. “L’abuso di psicofarmaci – scriveva Arianna Giunti – sarebbe l’effetto diretto di un’altra falla ormai cronicizza all’interno delle nostre prigioni: la carenza di psicologi”.