Continua l’ecatombe nelle carceri italiane. Tre suicidi in 24 ore. L’ultimo un detenuto del carcere di Castrogno a Teramo, 20 anni, che si è tolto la vita impiccandosi nel bagno nel giorno del suo compleanno. E’ il secondo suicidio in questa prigione nel giro di un mese e mezzo, scrive Il Fatto quotidiano. Martedì si erano ammazzati n due. Uno era un giovane trapper, 27 anni, che aveva già tentato il suicidio. Un’altra vita in custodia dello Stato che si spegne.
Non si riesce quasi più a tenere la contabilità nella fabbrica della morte che è il sistema carcerario italiano. Ci avviciniamo ai trenta suicidi in due mesi e mezzo, tra detenuti e agenti di polizia penitenziaria. Dopo i circa150 che ci sono stati tra il 2022 e il 2023. La polizia penitenziaria chiede provvedimenti. Anche l’associazione Sbarre di zucchero si fa sentire e promuove una protesta (qui l’articolo).
Quale risposta intendono dare le Istituzioni a questa pagina indegna di un Paese civile? Al di là delle parole in libertà, questo non è chiaro. I numeri restano quelli vergognosi di sempre. Li snocciola qui Damiano Aliprandi: “In tutta Italia, il numero di detenuti presenti alla data del 29 febbraio 2024 risulta pari a 60.924: sono cresciuti di 758 unità da inizio anno (+1,3%). Ricordiamo che i posti disponibili, sulla carta, sarebbero 51.187. Ma a questi vanno sottratti almeno 3000 celle inagibili”. Qui l’articolo integrale sul Dubbio. Nel quale si dà conto di un paio d proposte di legge presentate dai partiti liberaldemocratici che potrebbero lenire questa situazione indecente. Ma il Parlamento e il governo al momento sembrano avere altro a cui pensare.