Giuseppina Occhionero, ex parlamentare prima di Leu e poi di Italia Viva, la sua bella dose di gogna mediatica se l’era presa tutta. Il suo processo di primo grado è andato a sentenza la scorsa settimana: è stata assolta dal tribunale di Palermo perché il fatto non sussiste. Il pm della Direzione distrettuale antimafia, Francesca Dessì, aveva chiesto una condanna a un anno e sei mesi per falso. Ma i giudici hanno dato torto alla Dda di Palermo.
Come ricostruisce questo articolo, Occhionero, avvocato di origini molisane, era accusata di aver fatto passare per suo assistente, consentendogli così di entrare nelle carceri senza permessi e di incontrare diversi capomafia, Antonello Nicosia, l’attivista per i diritti dei detenuti diventato solo dopo suo collaboratore.
Non andrà nemmeno a processo, invece, l’imprenditore Sergio Vella. Qualche mese fa era finito al centro di una inchiesta della procura di Palermo, condotta dalla Guardia di Finanza, che aveva ipotizzato un arzigogolato quadro corruttivo. Gli era stata applicata pure una misura cautelare, subito fatta a pezzi dal Tribunale del Riesame. Ora è arrivata l’archiviazione del Gip, su richiesta della stessa procura. Articoli e articoli da prima pagina all’epoca, ovviamente. A rileggerli oggi, soprattutto alcni, fanno impressione.
Si vince e si perde, si sbaglia e si azzecca, non è questo il punto. Ma quando si racconta un’indagine, quando si parla di misure cautelari, il rigore e la prudenza devono sempre essere massimi. Perché di innocenti si parla. E non di rado non solo nella forma, ma anche nella sostanza.