Quello che questo godibile articolo di Chiara Lalli sul Dubbio definisce bonariamente un “tic infantile” è qualcos’altro. E’ un espediente retorico frusto che da sempre accompagna il partito dei moralizzatori.
Il tema, per capirci, è questo.
“Ma quale populismo. E quali voti. Qua il tema è capire se vogliamo sostenere l’azione della magistratura contro le mafie e la corruzione o meno” (il corsivo è mio).
Ora, di Majorino potremmo indubbiamente disinteressarci, ma quello che scrive è purtroppo così comune che rischiamo di fare come Massimo Troisi con la domanda “sei emigrante?”. Per esasperazione, per noia, per pigrizia. La fallacia di rispondere a dubbi e a critiche di metodo con l’adolescenziale “ah, ma quindi sei a favore della mafia?!” è esasperante forse solo quanto la fallacia di domandare con fare passivo aggressivo “se non hai niente da nascondere di cosa ti preoccupi?”. Insomma, la difesa d’ufficio va dal grande fratello delle intercettazioni al razionale e difendibilissimo “o con me, o contro di me”, quindi per i cattivi. In una discussione con queste premesse non può che andare tutto malissimo (e purtroppo non solo in una discussione).
Ovviamente, il preoccupato Majorino, candidato alla presidenza della Regione Lombardia, è l’ultimo di un lungo elenco.
Il dagli al Nordio è il passatempo del momento in certe parrocchie.
Solo a mo’ d’esempio, l’altro giorno rampognava in tal senso il magistrato scrittore ed ex parlamentare del Pd Carofiglio. Che su Repubblica attacca Nordio. Il titolo sintetizza che dal ministro arriva propaganda che genera impunità (parola peraltro cara al segretario uscente del Pd, a cui si deve la celebre partizione tra ‘giustizialisti e impunitisti’). In un tweet, il medesimo Carofiglio trancia un giudizio su Nordio che lo vede in perfetta sintonia con Il Fatto quotidiano (i cui giornalisti sono spesso ospiti dello stesso talk su La7).
Nordio al momento, diciamolo, ha fatto quasi nulla. Ed è già diventato bersaglio mobile solo sulla base di qualche dichiarazione. Se mai arrivassero pure provvedimenti conseguenti – li attendiamo – chissà cosa si scatenerà su di lui.
Stiamo a vedere. Ma ai trucchetti retorici triti e ritriti, del tipo ‘di qua c’è l’antimafia, chi critica fa un favore alla mafia’, siamo ormai così tanto vaccinati che non possiamo farci su altro che una risata. Li abbiamo visti usare a personaggi di ogni sorta, anche basta adesso.
Post scriptum: bello il finale dell’articolo del Dubbio. Con citazione da giallista.
E perché certe regole non ci sono per ostacolare voi buoni, che non avete niente da nascondere e che vivreste in una casa fatta di cristallo perché la vostra anima è pura, ma esistono per ridurre le ingiustizie e gli errori. Che ci saranno sempre ma che non dovrebbero essere giustificati in nome delle vostre buone intenzioni. Perché le buone intenzioni lasciano cadaveri lungo la strada, e su quei cadaveri ci sono i segni di molte coltellate ma non c’è nemmeno la giustificazione di aver vendicato l’assassinio di Daisy Armstrong e non siamo in un romanzo di Agatha Christie.