Finisci in galera ingiustamente? Lo Stato ti risarcisce. Ma mica sempre. Alle volte non ti toccano nemmeno quei quattro soldi. Lo evidenzia in un tweet il responsabile Giustizia di Azione Enrico Costa.
Scrive Costa: “Agli innocenti arrestati, non basta venire assolti per ottenere l’indennizzo per ingiusta detenzione dalla Corte d’Appello. Il 77% delle domande è respinta perché i poveretti avrebbero “favorito” l’errore del GIP (es. avvalendosi della facoltà di non rispondere). Follia”.
E a proposito di misure cautelari e risarcimenti. Su Il Dubbio, Simona Musco in un lungo articolo svela i dati “nascosti” della relazione di Via Arenula sull’ingiusta detenzione. QUI L’ARTICOLO COMPLETO
Quei tribunali che non rispondono
Un dato interessante è quello relativo alle mancate risposte.
Il 24% dei tribunali non ha risposto al ministero della Giustizia, che ha quindi dovuto ricavare i dati sulle ingiuste detenzioni e le misure cautelari per altra via. Un dato emblematico, che si aggiunge ad un altro particolare: nonostante sia l’extrema ratio, la misura cautelare più utilizzata rimane quella carceraria, risultando ingiusta in un caso su 10.
Così principia l’articolo del Dubbio. La relazione è quella sulle “Misure cautelari personali e riparazione per ingiusta detenzione” riferita al 2020, il governo avrebbe dovuto consegnarla alle Camere, per legge, entro il 31 gennaio. Ma per partorirla è stato necessario attendere il 9 maggio scorso.
La relazione riporta i numeri dei provvedimenti di riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione. Nel 2020 sono stati 1.108 i procedimenti aperti, la maggior parte dei quali a Napoli (143), Roma (137), Catanzaro (106) e Reggio Calabria (101). Il record di risarcimento a Reggio Calabria (7.907.009, con una media di 87.856 euro a testa), seguita da Catanzaro, con 4.584.530 euro, e Palermo, con 4.399.761 euro.