Per Tiziana Maiolo sul Riformista “sta andando in pezzi il mito della Procura della repubblica di Milano“. Il quotidiano di Sansonetti titola sulla “agonia” della (già) potentissima procura meneghina, richiamando una serie di vicende fino al maxi scandalo del processo Eni. O meglio quello che sul Foglio Ermes Antonucci chiama “Il disastro del processo Eni-Nigeria” (qui l’articolo).
Scrive Antonucci sul Foglio
Era nato con l’obiettivo di svelare il più grande caso di corruzione internazionale della storia, e invece rischia di trasformarsi in uno dei più gravi scandali della storia della magistratura italiana.
Il caso Eni
Per chi non sapesse ancora di cosa si parla, una brevissima sintesi: a marzo tutti gli imputati del mega-processo, tra cui l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e il suo predecessore Paolo Scaroni, sono stati assolti dalla settima sezione penale del tribunale di Milano, presieduta dal giudice Marco Tremolada, che ha bocciato del tutto l’impianto accusatorio dei pm milanesi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro. Non solo, tre mesi dopo l’assoluzione, è arrivato l’ennesimo colpo di scena: De Pasquale e Spadaro sono indagati dalla procura di Brescia con l’ipotesi di rifiuto di atti d’ufficio, perché avrebbero omesso di depositare tra gli atti del processo Eni-Shell documenti che sarebbero stati elementi di prova favorevoli agli imputati. Qui una sintesi.
Tempi duri per la procura di Milano. Per la quale Maiolo sul Riformista ipotizza futuribili scenari, tra cui l’ascesa di Gratteri a furor di popolo.
Presunti innocenti
La vicenda dovrà adesso essere approfondita. Le circostanze ipotizzate a carico dei pm milanesi sono particolarmente odiose visto che compito del pm è quello di accertare la verità e non di trovare elementi a carico dell’imputato scartando quelli a suo discarico.
Ma i magistrati avranno modo di fornire la loro versione dei fatti. Cosa che in Italia spesso all’accusato riesce più difficile quando si viene sottoposti a misure cautelari in carcere che complicano l’esercizio della difesa.
Reputazione
Di certo, nella prudente e doverosa attesa delle indagini, in questi tempi duri per la reputazione della giustizia italiana, il caso Eni con il suo effetto boomerang appare come una sorta di velenosissima ciliegina sulla torta.